XV Congresso provinciale dell’Anpi di Reggio Emilia – 12-13 marzo 2011
Il XV Congresso provinciale dell’Anpi di Reggio Emilia, svoltosi nell’Aula Magna dell’Università di Modena e Reggio nelle giornate del 12 e 13 marzo 2011, condividendo il documento orientativo dell’Anpi nazionale destinato ai Comitati provinciali in vista del XV Congresso nazionale che si terrà a Torino dal 24 al 27 marzo 20011, approva la relazione del Comitato provinciale uscente presentata dal Presidente Giacomo Notari, le analisi, le proposte e le prospettive emerse dal ricco di battito ( interventi), nonché le conclusioni del vice presidente nazionale Marisa Ombra.
Ringraziando le Autorità presenti,i delegati, la stampa e gli invitati, il Congresso richiama oggi più forte che mai il carattere unitario, patriottico e nazionale della Resistenza, che costituisce il fondamento della Repubblica e che ha sancito, con la Costituzione, in modo definitivo il carattere democratico dello Stato italiano. Tanto più forte il richiamo alle radici antifasciste della nostra Repubblica, in questo 150° dell’Italia come Stato unitario, come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in più occasioni, ed in particolare con la sua venuta a Reggio Emilia ed a Casa Cervi il 7 gennaio 2011, 214° anniversario della nascita del Primo Tricolore.
Vada da questo Congresso, al Presidente Napolitano, il saluto caloroso ed il vivo ringraziamento di quelli che per ragioni anagrafiche chiameremo i vecchi e nuovi resistenti di Reggio Emilia Città del Tricolore Medaglia d’Oro della Resistenza.
Un ringraziamento tanto più sentito, a Giorgio Napolitano, è dovuto per l’alto ruolo di difesa della Costituzione che va esercitando con fermezza, lucidità e dedizione in una fase di grave degrado morale della Nazione.
Il Congresso provinciale conferma perciò la severa critica, emersa da tutti i congressi comunali e sezionali, verso il cosiddetto “revisionismo storico”, in realtà la ormai da troppo tempo perdurante, anche a livello pubblicistico locale, distorsione e falsificazione della storia del Novecento, ribadendo che si tratta di un intollerabile uso politicamente strumentale della storia stessa funzionale alla progressiva demolizione dei principi fondamentali della Costituzione repubblicana.
Un “revisionismo” che ultimamente, e proprio in vista del 150°, tende a mettere faziosamente in discussione l’intero processo di costruzione dell’Italia come Stato, con una grottesca disputa tra “padani” e neoborbonici.
C’è dunque bisogno di una grande azione culturale, di favorire studi e approfondimenti seri, anche in sede locale, sull’intero arco della storia italiana dei secoli XIX e XX.
Ecco qui il ruolo positivo, che dovrà essere sempre meglio sviluppato, anche in un quadro legislativo regionale, di Centri di ricerca e di diffusione della conoscenza quali ISTORECO ed Istituto Cervi, che già da anni operano positivamente stabilendo anche fruttuosi rapporti con la scuole di ogni ordine e grado, e producendo una serie di strumenti elettronici assai efficaci di comunicazione e diffusione delle conoscenze.
Il Congresso denuncia la grave situazione economica e sociale che investe pesantemente il mondo dei lavoratori in ogni settore: da quelli produttivi al mondo della cultura, in particolare della scuola.
Ai drastici tagli che stanno mettendo in ginocchio la ricerca ed il processo di formazione delle giovani generazioni (contrariamente a ciò che si fa in altri Paesi per fronteggiare la crisi) si accompagnano gravi attacchi alla scuola di stato (vera ed unica “scuola libera”) anche per quanto riguarda contenuti e metodi, con l’argomentazione assurda che in essa si “inculcano” principi contrari a quelli che le famiglie vorrebbero “inculcare”. In pratica si tratta del ritorno, in forma ancora più aggressiva e brutale, della contrapposizione di un “pluralismo delle scuole” al “pluralismo nella scuola”. Garantito, quest’ultimo, proprio dalla scuola pubblica voluta dalla Costituzione.
Le grandi manifestazioni promosse dalle donne (Se non ora quando) e di cittadini in genere (Difesa della Costituzione e della Scuola pubblica) le lotte sindacali aziendali o generali, che si vanno svolgendo in tutta Italia, esprimono la volontà di avviare uno sviluppo economico che sia anche di carattere sociale.
Ancora, in tema di difesa della Costituzione, il Congresso sottolinea con forza la necessità di salvaguardare l’autonomia della Magistratura, contro le cosiddette “riforme epocali” tese (come ammesso dallo stesso Massimo Proponente) ad impedire “che si ripetano stagioni come quella di mani pulite”.
L’ANPI, che non è un partito come non ci si stanca di ripetere, ma una forza politico-culturale, che si pone come coscienza critica della politica e ha l’autorità morale per esercitare questo compito mirante a favorire i necessari processi di aggregazione di una opposizione, che pur essendo legittimamente plurale deve trovare la via per proposte unificanti.
Per questo l’ANPI deve anche sviluppare un’alleanza permanente con tutte le associazioni antifasciste, le confederazioni sindacali e i movimenti impegnati sul terreno democratico, continuando peraltro ad operare in modo unitario con la consorella ALPI-APC, consolidando la pluriennale esperienza formalizzata nell’ottobre 2005.
Il Congresso sottolinea l’importanza del processo ormai in fase avanzata presso il Tribunale militare di Verona sulle stragi nazifasciste troppo a lungo colpevolmente restate senza giustizia che hanno coinvolto le popolazioni della montagna reggiana (Cervaròlo) e modenese (Monchio, Susano e Costrignano).
Dà atto agli organismi dirigenti dell’ANPI provinciale di avere positivamente operato, come si era auspicato avvenisse al XIV Congresso, per giungere a tali risultati..
Il Congresso prende atto con soddisfazione che per la attuazione dei vari obbiettivi segnalati dal dibattito si è aperta una via verso il futuro con la sempre più folta e attiva presenza, tra le sue file (era l’auspicio del Congresso di 5 anni or sono) di tanti giovani, diversi dei quali già inseriti in organismi dirigenti dell’Associazione sia a livello centrale che locale. Ciò che ha permesso di trasformare la parola d’ordine del nostro XIV Congresso (I giovani nell’ANPI per l’oggi e per il domani), in quella del XV: PIU’ FORZA ALL’ANTIFASCISMO PIU’ FUTURO PER LA DEMOCRAZIA. Si è così avviato il percorso per la nuova stagione dell’ANPI.
Parimenti, in coerenza col nostro impegno di solidarietà verso gli immigrati e di integrazione fra le diverse culture, le porte dell’ANPI devono aprirsi ai “nuovi italiani”, come già sta avvenendo nella nostra provincia.
Il Congresso fa suoi gli emendamenti al documento del Nazionale proposti dal Coordinamento femminile nazionale dell’Anpi, proposte alla cui formulazione hanno fattivamente contribuito diverse nostre associate reggiane.
Sul piano internazionale il Congresso manifesta viva preoccupazione per il perdurare di situazioni di guerra che sembrano senza sbocco. Parimenti esprime piena solidarietà ai movimenti che nei Paesi del Magreb e in altre zone del mondo arabo islamico esprimono con forza spinte allo sviluppo democratico contro regimi dittatoriali.
Mentre prende atto con soddisfazione di iniziative di solidarietà internazionale come quella, promossa dall’ANPI di Reggio in collaborazione con vari soggetti, della realizzazione della scuola d’infanzia per i bambini palestinesi di Seilat al Daher, ribadisce, in sintonia con le più limpide coscienze di personalità israeliane, che deve cessare la politica dell’attuale Governo di Israele verso i Palestinesi, e ciò nell’interesse di entrambi i Popoli che devono poter convivere in pace su quella che si suole chiamare Terra santa.
In un mondo per tanti versi “globalizzato”, solo forze e movimenti democratici progressisti operano disuniti, ciascuno per conto proprio. E’ forse il momento di far sì che l’Antifascismo recuperi la sua dimensione europea, anche nello spirito dell’appello lanciato da un Resistente francese di 94 anni, Stéphan Hessel, uno dei componenti il Consiglio nazionale della Resistenza francese (equivalente al nostro CLN).
Col suo opuscolo intitolato Indignez-vous! (Indignatevi) invita i francesi, e le giovani generazioni in particolare, a riprendere un cammino pacifico di liberazione richiamandosi proprio ai principi di “democrazia progressiva” che furono anche della Resistenza italiana.
L’ ANPI potrebbe farsi promotrice di collegamenti operativi con le omologhe organizzazioni di altri Paesi, a partire proprio dalla Francia, dove tra l’altro si è recentemente costituita una Sezione ANPI di Parigi, nella linea della “nuova stagione” che sta al centro del nostro Congresso nazionale.
La sede è in Rue des Vinaigriers, storica sede dei Garibaldiens, e, per anni, luogo d’incontro della Fratellanza reggiana di Parigi.
Di che indurci, come reggiani, a darci una mossa.