è davvero inconcepibile, nel 2012, che non si riesca a trovare la via per garantire il diritto ad avere una propria terra per il popolo palestinese e a garantire la pace e la convivenza tra due popoli destinati a vivere vicini.
Ancora una volta, si sono incendiati i rapporti tra Palestina e Israele. Le ragioni di questa improvvisa recrudescenza sono ancora una volta inconcepibili.
Di fatto, la situazione di un’intera popolazione di oltre due milioni di abitanti costretti a vivere praticamente reclusi in una sorta di recinto, è inaccettabile, considerando che si tratta di un popolo che ha diritto ad un suo territorio e alla pace. E le risposte ad una situazione divenuta non più giustificabile, sono sempre più spesso incontrollabili e purtroppo, il frutto amaro di accadimenti, lasciati per troppo tempo senza soluzioni che concorressero a risoluzioni definitive di pace.
Quanto alle iniziative del Paese più potente, in questo caso Israele, che dispone di strumenti e armi da guerra sofisticate, è drammatico il fatto che ancora una volta a pagare siano stati i civili inermi e soprattutto i bambini, al seguito di una “reazione” che definire sproporzionata è un eufemismo.
Immagini drammatiche e violente, che non solo fanno riflettere, ma suscitano emozioni di profondo dolore ed è facile immaginare quanto poco giovino alla convivenza ed alla speranza di un futuro pacifico. Il rischio di una nuova guerra è tornato a balenare sinistramente, pertanto la comunità internazionale si deve muovere non solo con le parole, per fare quanto necessario affinché questo rischio venga scongiurato, ponendo le basi per risolvere con la pace e la convivenza ed una volta per tutte, questa situazione.
L’ANPI ed i partigiani, memori di cosa sia la guerra, auspicano che i diritti per troppo tempo negati del popolo palestinese vengano finalmente riconosciuti e rispettati in concreto, nella convinzione che non è con le armi che si troverà la strada della convivenza e della giustizia, ma solo con intese ed accordi che tengano conto dei diritti di tutti e non soltanto delle ragioni del più forte.
L’auspicio è che la tregua ora raggiunta preluda all’avvio di un dialogo che salvaguardi il diritto alla esistenza in sicurezza dello Stato di Israele, dando concreta realizzazione alla nascita dello Stato palestinese.
Due Popoli, due Stati. E’ l’obbiettivo da perseguire con l’intervento delle diplomazie, a partire da quelle degli USA e dell’Europa