Con grande tristezza i vecchi e nuovi partigiani dell’Anpi tributano l’ultimo commosso saluto a Paolina Davoli, la cara Paulette, ottantacinquenne figlia del martire partigiano Paolo Davoli, barbaramente trucidato dai fascisti il 28 febbraio 1945, di cui non ha mai smesso di rinnovare la memoria, partecipando sempre alle iniziative della Resistenza con al petto la medaglia d’argento di cui era stato insignito il padre partigiano. Ricordiamo Paulette come amica e compagna dell’Anpi in ogni circostanza, di lei è rimasta celebre la foto di una manifestazione femminile nei giorni della Liberazione, entrando a Reggio proprio da quella che diverrà via Paolo Davoli, con in mano una piccola bandiera degli alleati.
Commovente e drammatica è la descrizione che Paulette ancora bambina, farà del padre incarcerato e più volte torturato per giorni, nell’unica visita che le verrà concessa insieme alla nonna, prima della fucilazione di Paolo Davoli: “se non fosse stato lui a chiamarmi, io e la nonna non l’avremmo riconosciuto, aveva una sola gamba, dell’altra rimaneva solo un moncone sopra al ginocchio, era magro come mai l’avevo visto, invecchiato, con i capelli più grigi di prima, gli occhi fuori dalle orbite e il volto completamente cambiato”. Chiese degli altri partigiani e del “Netto”, compagno di Cavazzoli che i fascisti avevano già fucilato, la figlia non se la sentì di procurargli un dispiacere, così gli disse che era riuscito a raggiungere gli altri in montagna.
Ciao Paolina, l’auspicio che ti rivolgiamo, chissà in un mondo migliore e più giusto del nostro, è quello di riabbracciare il tuo caro papà, nostro valoroso compagno durante la Resistenza.