Come era prevedibile il crescendo della campagna referendaria ha portato ad una accentuazione dei toni del confronto e non sono mancati errori anche da parte dell’ANPI.
A Latina l’ANPI locale ha sbagliato a fare dichiarazioni provocatorie nei confronti del presidente del consiglio e ad accettare di fare un presidio esponendo il nostro vessillo vicino ad altri, come quello di Casa Pound, che riteniamo di contrastare e con i quali non vogliamo avere alcun rapporto politico.
A Treviso sarebbe stata rifiutata la tessera alla senatrice Laura Puppato per il suo impegno referendario in favore del SI.
Decisione grave se fosse confermata. L’ANPI non ha mai deciso di cacciare chi dissente dalla linea adottata dagli organismi dirigenti.
Il congresso, prima, e il documento del Comitato Nazionale del 24 maggio scorso hanno detto chiaramente che il dissenso è libero, che nessuno sarà punito per il fatto di avere un’opinione diversa da quella espressa dall’Associazione. Questo è stato il comportamento tenuto a tutti i livelli.
Lo sviluppo della vicenda “Puppato” ha fatto emergere elementi di chiusura, dell’ANPI, e di forzatura da parte della diretta interessata e della stampa.
“L’ANPI è una associazione pluralista, per cui è normale anche avere opinioni diverse. Altra cosa, però, sono i comportamenti. Ovviamente, non sarà “punito” nessuno per aver disobbedito, ma è lecito chiedere, pretendere, comportamenti che non danneggino l’ANPI e che cerchino di conciliare il dovere di rispettare le decisioni, con la libertà di opinione”.
In definitiva le ripetute e roboanti accuse all’ANPI di espellere e cacciare suoi tesserati per dissenso, non sono vere e sono realisticamente catalogabili come vere provocazioni.
Questi fatti testimoniamo anche un diffuso e rinnovato interesse sulla attività dell’ANPI ed il suo accresciuto ruolo nel panorama politico ma, purtroppo, non tutti puntano a contribuire a rafforzare e aggiornare i suoi principi costitutivi di libertà, giustizia e progresso sui quali è basata anche la nostra Costituzione.
La campagna referendaria in corso dovrebbe stare al merito. Questo continuerà a fare l’ANPI, per poter decidere informati e cercando di evitare forzature, errori e strumentalizzazioni.