Aveva nove anni appena, quando la piccola Maria Cervi fu testimone della cattura del padre Antenore, dei suoi fratelli e del nonno Alcide, eppure quella drammatica mattina di novembre nel podere dei Campi Rossi, culminata con un finale doloroso e tragico, è diventata per Maria una ragione di vita. Non di sterile pianto, tantomeno con propositi di vendetta, ma unicamente di quella medesima resistenza per cui avevano dato la vita il padre partigiano e gli zii. Per nulla dogmatica, senza mai cedere alla retorica, lungo il solco tracciato dal nonno Alcide, la giovane nipote ha narrato la vicenda della sua famiglia, intrecciandola all’impegno politico ed all’insegnamento della Resistenza e di un antifascismo sempre proiettato al futuro, ai giovani, alle nuove generazioni. Il suo intimo dolore di bambina, l’ha saputo tramutare in testimonianza viva e attiva, poichè mai più avrebbe voluto che un’altra bambina, in un remoto angolo di mondo, dovesse subire la medesima sorte. Attraverso la sua voce, la vicenda di una famiglia di contadini patrioti ha raggiunto ogno angolo del nostro Paese, cementando quell’identità antifascista, oggi tanto invisa al potere politico dominante.
Dieci anni fa Maria lasciava questa terra e con lei un vuoto incolmabile, eppure sentiamo forte la voglia di continuare a percorrere il suo cammino: il sentiero della Resistenza. Ciao Maria!