Cari ragazzi,
era un bel giorno di primavera: un giorno troppo bello per morire.
Finiva la guerra scatenata da un nemico deciso ad imporre il proprio atroce pensiero ad altri popoli. Anche al nostro, anche contro le nostre tradizioni di serenità, equilibrio, fraternità.
All’invasione si opposero i giovani migliori dell’Italia di allora, i partigiani. Con coraggio e creatività, in pochi e male equipaggiati, fecero la Resistenza inventando un modo nuovo di combattere.
Ricacciarono a casa loro gli invasori, convinsero al silenzio i despoti fascisti di casa nostra. Stiamo attenti affinché il passato non ritorni.
Oggi, tanti anni dopo, se vi capita di fare un giro in bicicletta per le stradine verdi delle nostre campagne, trovate ogni tanto un cippo che ricorda un partigiano caduto.
Almeno una volta fermatevi un istante. Lasciate la bici sul bordo del fosso e avvicinatevi a guardare la fotografia.
Imprimetevi nella mente i loro volti, i loro nomi, erano giovani che credevano nella libertà.
Poi risalite in bici e proseguite il vostro giro. E sentitevi più liberi che mai, nel cuore.
(Noi vi abbracciamo, così. insieme a tutti i figli e nipoti di chi ha combattuto per la libertà del nostro paese)