ADDIO a PEPPINO CATELLANI “Chico” 1928 – 2020

Peppino Catellani “Chico” nasce in una famiglia di mezzadri a Scampate di Quattro Castella. Il fratello Aldo morì in Grecia negli anni quaranta da militare, ucciso dai fascisti perchè diffondeva volantini di propaganda comunista. A casa Catellani nel settembre 1943 si tenne la riunione del PCI che decise l’avvio della lotta armata contro il fascismo. Quella divenne una importante casa di latitanza del periodo resistenziale. Persona che poco appariva, con un carattere di grande riservatezza e capacita’ di ascolto.

Funzionario del PCI dal 1950 chiamato  dal segretario provinciale Onder Boni. Dapprima fu impegnato nell’ attivita’ di formazione dei quadri del PCI. Negli anni 70, gli anni di Piombo e delle BR, il suo impegno prioritario fu sui temi della sicurezza e della vigilanza con una intensa collaborazione con la questura reggiana.

Il “Chico” lascio’ la federazione del P.C.I nel 1990 dopo 40 anni di attività di “oscuro funzionario”.

Peppino Catellani “Chico” fu un “partigiano combattente”, nonostante la sua giovane eta’. Nella casa di latitanza Catellani passarono i massimi dirigenti della lotta clandestina (suo il ricordo dello scontro tra Robinson e Muso sul comando della brigata GAP e la sua ammirazione per il Muso)

Inizio’ il suo impegno nell’A.N.P.I reggiana dal 1991 con l’allora presidente Giuseppe Carretti. Venne eletto vice presidente dell’ANPI nel giugno del 1993 e si impegno  negli aiuti alla popolazione della ex Jugoslavia , colpita dalla guerra fratricida.

Nel 1996 entra a far parte del consiglio nazionale dell’ANPI

Diede un grande contributo per la sua esperienza organizzativa favorendo il rinnovamento dell’associazione dei partigiani reggiana e nazionale. Sono gli anni nei quali l’A.N.P.I apre le iscrizioni anche ai non partigiani che accettano lo statuto e i suoi principi ispiratori e da associazione di combattenti divenne una associazione per la difesa dei principi costituzionali,  per tramandare la memoria ed i principi che ispirarono la resistenza e per far conoscere la storia alle nuove generazioni.

Rimase in carica anche nel periodo della presidenza di Giacomo Notari dimettendosi nel 2012 per motivi di salute. L’ANPI di Reggio Emilia lo ricorda come persona retta e di grande umanità.