Valentina Guidetti l’eroina di Pasqua
Era il 1° giorno di Pasqua del 1945, quando la giovane staffetta garibaldina Valentina Guidetti offrì volontariamente la propria vita pur di salvare i compagni del distaccamento accerchiato.
Non mancherà mai di ricordarla Nemesio Crotti, nelle sue pubblicazioni sulla Resistenza di cui fu protagonista. Nadia era emigrata giovanissima nella città di Genova, come tante altre
donne e ragazze della nostra montagna, per cercare lavoro come domestica, maturò in fretta un sentimento di forte avversione al fascismo, guardando con simpatia il nascente movimento partigiano.
Tornata a casa, quando la città iniziò ad essere bombardata, Valentina diede il suo apporto in un primo momento alle formazioni partigiane della Toscana, poi dal 1° dicembre 1944
passò a quelle reggiane, assegnata al Distaccamento “Orlandini” della 26° Brigata. La giovane partigiana assunse come nome di copertura quello di “Nadia” offrendosi sempre nello svolgere azioni di responsabilità nel collegamento tra la Brigata, i Battaglioni ed i Distaccamenti.
Al sopraggiungere del mese di aprile, nelle notte del 1° di aprile, giorno di Pasqua, i compagni del Distaccamento vennero accerchiati in zona Cerrè Merabino, occorreva informare il Comando del Battaglione per poterli trarre in salvo, fu così che senza indugio
Nedia partì senza alcun timore. Giunse a destinazione portando a compimento la missione, ma volle ugualmente far ritorno dai compagni, anche se sconsigliata. Il tragitto del ritorno era fortemente battuto di colpi del nemico, infatti venne colpita e fatta prigioniera, in mano ai tedeschi venne interrogata, percossa e seviziata, senza però tradire i compagni.
La fierezza della giovane donna non si piegò di fronte ai suoi aguzzini, i quali inermi di fronte a tanto coraggio, la uccisero a pugnalate gettandola tra i rovi in un crepaccio.
Nadia per questo gesto, verrà successivamente decorata con la medaglia d’argento alla memoria, ma per tutti verrà ricordata come l’eroina di Pasqua, definizione che connoterà
degnamente la morte di questa umile donna, limpido esempio di quello che fu il coraggio e l’impegno di tutte le donne durante la Resistenza.