Da tempo truppe tedesche, portatesi in forze presso Gatta, saggiavano le posizioni partigiane con l’intento di studiare l’invasione della zona occupata dalle formazioni. Sul Secchia vi era una continua tensione, una continua attività di pattuglie. La notte del 1° aprile, all’improvviso, truppe nemiche sfondavano il nostro schieramento presso Cerrè Marabino riuscendo ad attestarsi in zona partigiana.

Ma nel pomeriggio un forte contrattacco fu sferrato ed il nemico fu costretto a ripassare il fiume, lasciando morti sul terreno e prigionieri in mano partigiana. L’azione, che è una delle più belle della lotta di liberazione, è narrata in questi termini nel bollettino dell’attività operativa n°12 del Comando Unico Zona:

“Un forte contingente nemico proveniente da Gatta riusciva a passare il Secchia durante la notte in località Riva di Cavola ed investiva le nostre postazioni di Cerrè Marabino e Monte della Castagna. I distaccamenti “Fornaciari”, “Orlandini” (26^Brigata) riuscivano a contenere il nemico superiore per uomini e mezzi, sulle alture ad occidente di Cà Marastoni e Monte della Castagna, combattendo accanitamente per tutta la mattinata di Pasqua. Per tutto il pomeriggio venivano fatti affluire rinforzi e dopo una preparazione con tiri di mortaio i nostri passavano al contrattacco e al contrassalto delle postazioni nemiche che venivano sterminate e annientate letteralmente.

Il nemico, dopo aver opposto strenua resistenza chiedendo asilo agli abitanti, veniva snidato anche da questi rifugi ed era costretto a ripassare il Secchia in rotta precipitosa, lasciando sul terreno numerosi morti, feriti ed abbandonando bottino di armi e munizioni. Da parte partigiana ci furono le seguenti perdite: 7 morti (tra i quali il V. Comandante della Brigata F.F. V.V. “Elio” e la patriota “Nadia” e tre feriti. I partigiani morti nel combattimento sono stati i seguenti:

Galuzzi Vito “Taylor”

Casotti Meuccio “Agostino”

Filippi Ennio “Lampo”

Guidetti Valentina “Nadia”

Lanzi Valentino “Leopoldo”

Manfredi William “Elio”

Mareggini Ariante “Tarzan”

Il contrattacco vittorioso di Cà Marastoni ha messo in evidenza ancora una volta la validità e l’efficienza di azioni militari in sinergia tra le varie forze partigiane in campo, dimostrando raggiunta una forte evoluzione dell’esercito delle forze ribelli.

Un fattore nuovo di questo importante fatto d’arme fu lo spirito con cui le varie e differenti formazioni partigiane, fino a quel momento prevalentemente preparate alle azioni di guerriglia, affrontarono la difficile situazione, contrattaccando impetuosamente e mettendo in fuga il nemico.

Niente sganciamenti, dunque, ma contrattacco continuo con il nemico attaccante, niente tattica del “vuoto”, ma resistenza tenace dapprima e contrattacco di massa successivamente. Brillante azione da sollecitare una lettura di elogio, di plauso e di compiacimento da parte del Comando Unico.