Nei primi mesi del 1944 a Novellara l’R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana) cercò di ristabilire la propria autorità sul territorio con i pochi fedeli rimasti dopo l’armistizio, venne ricostituita la sede locale del partito e si cercò di ricostruire la vecchia organizzazzione. Tutto ciò ebbe però vita breve. La popolazione non intendeva collaborare con i fascisti e anzi si rifiutaza di sottostare alle loro imposizioni. Il 24 Luglio del ’44 venne istituito un presidio locale della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) che immediatamente cominciò la propria attività di rastrellamenti, requisizioni, arresti, omicidi e furti. Queste attività erano in parte concordate con i Tedeschi o arbitrariamente eseguite dai militi. Si arrivò al punto che, nell’autunno del ’44, tutti i colombi di Novellara vennero catturati e posti in un’unica piccionaia, temendo venissero usati per mandare messaggi ai Partigiani, dove la maggior parte morì di fame. Oltre al presidio della G.N.R. vi era un distaccamento di Tedeschi, che variò di numero nel tempo, stanziato a Villa Lombardini e comandato dal tenente Heinrich Fregin, divenne famoso per le atrocità e torture di cui si macchiò. Questo comando inoltre non manco mai di far sapere ai fascisti quanto li disprezzavano, inviando rapporti sprezzanti e esigendo una obbedienza assoluta, mostrando platealmente quanto l’R.S.I. dipendesse in tutto dal reich.
Un capitolo meritevole di nota fu quello della resistenza dei militari italiani internati nei lager nazisti. I prigionieri vivevano in condizioni disumane, costretti a lavorare senza alcun utensile e lasciati senza cibo per giorni. Ma anche qui una Resistenza si era creata. Il rifiuto di lavorare, i sabotaggi alle fortificazioni e le continue fughe ci mostrano come il loro spirito non fu piegato dal dal trattamento privo di umanità che questi uomini dovettero patire nelle mani dei nazisti.
La Resistenza ebbe molti Novellaresi tra le sue fila. Quasi immediatamente i Partigiani cominciarono la loro attività di sabotaggio e attacchi ai convogli e le pattuglie, e con la possibilità concreta di un ritiro delle forze Tedesche oltre il Po il Comando Partigiano intensificò le proprie operazioni. La rappresaglia dei fascisti non si fece attendere. I rastrellamenti e gli arresti, spesso arbitrari e particolarmenti violenti, aumentarono di numero. A Novellara operarono la 76a e la 77a Brigata S.A.P (Squadra Azione Patriottica) e la 37a Brigata G.A.P. (Gruppo Azione Patriottica) che con il passare del tempo divennero sempre più numerose e organizzate. Il 13 Aprile fu organizzato uno sciopero in tutto il comunce che ebbe grande risonanza e mise in luce la debolezza del regime. il 22 Aprile ci fu l’ultimo atto della guerra, con la popolazione festante che scese in piazza per accogliere i carri armati degli Anglo-Americani. A Novellara il regime fascista aveva cessato di esistere.
Riferimenti:
Storia della resistenza Reggiana, Guerrino Franzini, Reggio Emilia, 2015
Antifascismo e Resistenza a Novellara, Rolando Cavandoli, reggio Emilia, 1981