Rastrellamento Campagnola Emilia
Truppe fasciste piombarono a Campagnola e vi effettuarono un rastrellamento. Venticinque persone tra cui il parroco Don Cantarelli furono arrestate e portate presso la sede della brigata nera locale per gli interrogatori. Furono liberate il giorno dopo ad eccezione dei tre candidati a morte . Pierino Bellesia e Carlo Salati , pur non essendo partigiani furono uccisi il primo presso l’Ospedale locale e il secondo vicino al muro di cinta di Villa Conti , cosi’ Giovanni Pironi fuggito da un campo di concentramento.
Nelle prime ore del 7 ottobre 1944 Gapisti e Sapisti con un abile stratagemma disarmarono , senza colpo ferire, il presidio della Brigata nera di Campagnola composto da 10 persone. Le Brigate nere di Reggio e di Novellara bloccarono le strade del paese e catturarono poche ore dopo nella sua abitazione Pietro Battini, 64 anni, e suo figlio Livio, che, presentatosi per prendere il posto del padre fu trattenuto. La casa fu saccheggiata e incendiata e nel fienile furono fatte esplodere bombe per fornirsi un alibi all’ignobile rappresaglia su due inermi cittadini, come testimoniato dalla vicina Ines Losi. Pietro Battini fu ucciso in un viottolo alla periferia di Campagnola , il figlio Livio assassinato nei pressi di San Bernardino , entrambi perché sospettati di antifascismo.