Nativo di Mandrio di Correggio, nel novembre del ’43 aderì alla Resistenza nei gruppi sportivi della zona di Campagnola.
“Biavati”, di origine contadina, fu uno dei primi organizzatori della Resistenza nella bassa reggiana. Aveva lasciato i campi ed i fratelli per fare il partigiano, nel gennaio del ’44 gli venne affidato il compito di responsabile del Paramilitare di zona e nel febbraio dello stesso anno entrò a far parte dei piccoli gruppi armati. In marzo fu nominato Intendente di zona e successivamente Intendente di Brigata, spendendo ogni sua energia e l’intelligenza affinchè alla Resistenza, ovunque fosse in pianura o in montagna, arrivassero gli alimenti indispensabili per continuare la lotta. Aveva tessuto una rete capillare di organizzazione che permetteva in pochissimi giorni di far giungere ingenti quantità di materiali nei posti e nei luoghi più impensati. Sorpreso in una casa di latitanza presso Canolo di Correggio insieme ad altri comandanti partigiani, dopo aver resistito all’assedio dei nemici, decidono di effettuare una sortita nel tentativo di rompere l’accerchiamento per potersi salvare.
Il giorno 25 gennaio 1945 “Biavati” muore in un impeto di coraggio, correndo verso una mitragliatrice, deciso a ridurla al silenzio per impossessarsene. Ad una decina di metri lanciò una bomba amano contro quell’arma, ma la bomba non esplose; si fermò sorpreso ed in quell’attimo un colpo di moschetto lo colpì al capo facendolo stramazzare senza vita. Non paghi i tedeschi lo crivellarono di colpi insieme al compagno Abbo Panisi, quando già erano morti e per sfogare il loro livore, tolsero loro le scarpe, sparandogli alcuni colpi ai piedi. Con la sua morte la Resistenza perdeva un organizzatore capace ed un tenace combattente, l’impronta che aveva dato all’organizzazione rimase e permise ad altri di continuare con lo stesso ardore ed abnegazione che egli aveva saputo profondere.
Decorato con la medaglia d’argento al valor militare insieme al compagno Abbo Panisi, caduto nella medesima azione.