La vicenda di Valentina Guidetti, staffetta del Distaccamento Orlandini della 26^ Brigata Garibaldi, è certamente tra gli episodi più commoventi di tutta la Resistenza reggiana, ma in particolar modo è la dimostrazione dello straordinario ardore e del grande coraggio che non mancò mai alle donne durante la guerra e nella lotta di Liberazione.
Orfana della madre con i suoi 4 fratelli, la piccola Valentina aveva solo quattro anni quando il padre fu costretto a lasciarli ad una famiglia amica, emigrando per trovare lavoro. Cresciuta con la passione per la scuola, a cui alternava il lavoro di pastorella, a 14 anni, dopo aver riunito la famiglia, dovette a sua volta emigrare a Genova come donna di servizio per dare sostentamento ai fratelli. Strada che venne intrapresa da tante altre giovani ragazze della montagna reggiana. Allo scoppio della guerra Valentina decise di far ritorno a Toano, il paese natio, divenuta donna di fieri principi ed amante della libertà, col suo carattere coraggioso iniziò a guardare con grande simpatia al nascente movimento partigiano, caldeggiando profondamente le idee insurrezionali. Iniziò così a prestare assistenza ai militari italiani sbandati ed ai primi partigiani che operavano nella sua zona. Dapprima si arruolò nelle formazioni della Toscana, rimanendovi fino al dicembre del ’44, quindi passò con i partigiani reggiani, assegnata al Distaccamento “Orlandini” della 26° Brigata, dove dimostrò un innato senso di responsabilità e capacità di svolgere i vari compiti di collegamento che le venivano affidati. Nell’adempimento del proprio dovere, Nadia ha immolato la sua vita durante i combattimenti del 1° aprile 1945, giorno di Pasqua, a Cà Marastoni (o Monte della Castagna); trovandosi infatti il distaccamento accerchiato dal nemico, la giovane partigiana non esitò un solo istante, offrendosi volontariamente per andare a chiedere rinforzi, mantenendo così il collegamento tra i reparti garibaldini. Incurante del pericolo, attraversò una zona violentemente battuta dai colpi dei tedeschi, tuttavia giunse incolume a destinazione con il messaggio dei compagni in pericolo. Dopo aver ricevuto istruzioni dal Comando del VII° Battaglione e benché sconsigliata, Nadia volle ugualmente fare ritorno per riferire immediatamente le missive del comando, ma purtroppo finì per essere catturata dai tedeschi. In mano al nemico venne interrogata, percossa e seviziata, infine, non volendo rivelare alcuna notizia ai suoi carnefici per non tradire i compagni, venne brutalmente uccisa a colpi di pugnale. Il suo corpo orrendamente mutilato, verrà ritrovato dai compagni riverso tra i rovi soltanto nel tardo pomeriggio ed in suo onore decideranno di ribattezzare il Distaccamento Orlandini proprio con il nome “Valentina Guidetti”.
L’eroico gesto di Nadia, limpido esempio di amore per la libertà, che animò tante donne durante la Resistenza, verrà giustamente riconosciuto con il conferimento della Medaglia d’Argento alla memoria.
Ecco perchè è stata definita “l’eroina di Pasqua”.