La via della libertà

L’Enza è un fiume appenninico dell’Italia settentrionale, affluente di destra del Po. Affonda le sue sorgenti nell’area più impervia e remota degli Appennini Tosco-Emiliani. Attualmente delimita il confine tra le province di Parma e Reggio Emilia; storicamente era la dorsale delle Terre Matildiche e della Valle dei Cavalieri.

Nasce dal Monte Palerà, poco distante dall’Alpe di Succiso, sull’Appennino tosco-emiliano, forma a 1.157 metri il lago artificiale Paduli (o di Lagastrello), in provincia di Massa-Carrara e sviluppa il suo corso di 93 km separando le province di Parma e Reggio Emilia. Nel tratto di pianura si allarga notevolmente scorrendo con varie ramificazioni in un ampio letto ciottoloso. Sfocia nel Po nei pressi di Brescello.

Principalmente il corso del fiume si divide in due tipologie orogeografiche nettamente diverse, sia fisicamente che storicamente, individuando due tronconi che vengono comunemente detti Alta Val d’Enza e (bassa) Val d’Enza; la prima parte si sviluppa dal bacino del Lagastrello e si incunea tortuosamente tra le rocce e le foreste dell’Appennino, mentre la seconda parte si dipana nel versante meridionale della pianura Padana.

Resist-Enza La via della Libertà. Il racconto di un viaggio lungo il fiume Enza

Se si guarda alle terre affacciate sul versante reggiano della Val d’Enza dalle colline fino alla pianura, si vede come siano caratterizzate da aspetti comuni, a partire dalla dorsale del fiume Enza che le contiene tutte. Ma ad accomunarle ci sono anche e soprattutto momenti salienti della storia più recente. Attorno all’asse del fiume Enza si sono infatti scritte pagine fondamentali dell’antifascismo e della Resistenza, dove le storie di donne e di uomini (non solo italiani) si sono intrecciate e unite sotto la bandiera della libertà, guardando ad una nuova convivenza e ad una nuova cittadinanza, costruita nella dimensione della democrazia e nella prospettiva europea. Queste nuove spinte attraversano la storia partigiana di Genoeffa e Alcide Cervi, e dei loro figli; l’impegno politico di Meuccio Ruini e Giuseppe Dossetti; la teologia antitotalitaria di Dietrich Bonhoeffer; la letteratura popolare di Giovannino Guareschi.

Pur nelle diversità, dentro queste vicende si colgono gli aspetti unificanti della opposizione alla dittatura, che ne fanno altrettanti fondamentali episodi di uno stesso percorso. Diversi luoghi e segni sul territorio ne conservano e rappresentano oggi la memoria, ma anche il senso di un impegno e un patrimonio di valori ancora oggi vivi e forti. Sono il Museo Cervi a Gattatico, il Castello di Canossa, il Museo Peppone e Don Camillo di Brescello, i luoghi della storia a Boretto, Poviglio, San Polo d’Enza, Ciano e Bibbiano. Queste realtà sono da tempo attive nella testimonianza, nella ricerca, nella promozione di storie e di memorie legate ad avvenimenti nodali dove si pongono le basi della democrazia, ma operano e hanno operato di fatto scollegate, se si fa eccezione per alcuni collegamenti attivi nella condivisione dei pubblici fra Museo Cervi e musei di Brescello e Canossa, e per alcuni percorsi territoriali di collegamento ciclistico e pedonale fra segni diffusi e luoghi significativi per la storia.
Si è fatto leva proprio su questi segni di collegamento per costituire nel 2017 un coordinamento che rafforzasse, sul territorio, i legami fra Resistenza e presenza tedesca sul territorio e, quando c’è stato, il suo rapporto con la Resistenza nazionale, il dopoguerra e la costruzione della democrazia, provando a costruire un percorso che abbia il suo tema unificante nella conquista della libertà. Il coordinamento
coinvolge l’Istituto Alcide Cervi, l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Reggio Emilia, l’Anpi provinciale di Reggio Emilia ed è esteso soprattutto a tutti i comuni che insistono lungo la direttrice della Val d’Enza, insieme ad altri tre comuni delle terre del Po – di cui l’Enza è affluente – e ad un comune rivierasco del parmense.
Intorno alla consapevolezza di appartenere ad uno stesso territorio e ad una stessa storia si è sviluppato un lavoro comune che ha collegato storie, esperienze, iniziative, piuttosto che creare qualcosa di nuovo. Il sito realizzato con un finanziamento della Regione Emilia Romagna raccoglie documenti e materiali esito di ricerche precedenti, che sono stati riorganizzati secondo un percorso che mette in comunicazione personaggi, luoghi, fatti del territorio riferiti alla storia della Resistenza e degli anni della guerra e del dopoguerra, connettendoli. L’approccio condiviso da subito è stato infatti quello di connettere, di valorizzare e fare conoscere prodotti realizzati in progetti precedenti, piuttosto che creare l’ennesimo prodotto multimediale, facendo così emergere le coerenze che sono implicite anche nella geografia della dorsale dell’Enza. La connessione dei temi e del percorso è affidata anche ad una narrazione che – attraverso un artificio letterario pensato per i ragazzi, secondo un approccio di Public History – ripercorre gli eventi salienti della Liberazione nei territori dalla Val d’Enza al Po.
Come una sorta di museo diffuso, di cui le comunità e i territori rappresentano altrettanti elementi, l’itinerario di rete valorizza i luoghi, le loro storie e le memorie, ma anche il territorio. E lo fa per mezzo di  “Resist-Enza. La via della Libertà.

Il racconto di un viaggio lungo il fiume Enza per scoprire persone e luoghi protagonisti della lotta per la Libertà” con: l’approfondimento delle storie delle donne e degli uomini che attraversano i luoghi della memoria della Val d’Enza; l’ organizzazione coordinata di iniziative a carattere storico riferite anche alle date degli avvenimenti sui luoghi della rete; l’impegno per l’estensione, dove possibile, dei percorsi
già esistenti (sentieri, piste ciclabili), prevedendo il collegamento dei segni della memoria diffusi sul territorio; la promozione della rete e dei luoghi della rete presso pubblici diversi attraverso la predisposizione di strumenti coordinati – multimediali e cartacei – di valorizzazione allo stesso tempo del territorio e del paesaggio; il collegamento dei prodotti multimediali già esistenti; la creazione di percorsi e prodotti rivolti alle scuole. È stato infatti promosso presso le scuole del territorio della rete un modulo didattico finalizzato a far lavorare gli studenti sui materiali raccolti, attraverso laboratori, uscite, incontri. Le restituzioni verranno organizzate in una nuova sezione del sito, che vede protagoniste le stesse scuole partecipanti.
Il progetto è l’esito di una condivisione di intenti e di progettualità, ma anche di modalità di lavoro che ci si ripropone di perseguire anche in futuro con la messa a punto di un nuovo programma, che nella sua prima fase punterà al collegamento fisico – attraverso una opportuna segnaletica con QR code di rimando al sito – dei segni della memoria e della storia diffusi sul territorio.