POESIE di ILDO CIGARINI
25 APRILE | PARTIGIANO | UN DRAPPO ROSSO |
Primo fu il tempo | Miele il volto | Si incontrano la Storia e la Memoria. |
Poi la pioggia | della luna opaca | |
E l’urto del vento . | e sofferente la sera | In un’aria nebbiosa e opaca |
nel cuore ferito. | Un agitarsi d’Ombre vaghe | |
La neve non bastò | Confondono la mente. | |
Che a ripararla | Come sangue | |
Per poco tempo. | papaveri nel campo | Nessuna delle Due |
nascondono al cielo | Ritrova le nitide parole | |
Poi fu la fumana | il volto | Che furono dell’altro Tempo. |
Quella umida e densa | del giglio caduto. | |
Quella parola vecchia | La Memoria si confonde | |
Che fugge dalla bocca | La Storia si autoassolve | |
E da una storia lontana | L’indifferenza assolve entrambe | |
Che più non si ricorda. | E nel pantano affonda la mente. | |
E a nulla servì il sole | Eppure quel piccolo angelo | |
A riscaldare la pietra | Grigio di vento e gelo | |
Ferita e straziata | Non si è mai mosso | |
Anche il nome e il volto | Dal suo angolo sul tumolo | |
Solo un ombra | Del bambino sfiorito | |
Una dolorosa lontananza. | Nella primavera del quarantacinque | |
Nel campo vicino al fiume | ||
Persino l’erba | Quando un colpo di fucile | |
Non ebbe pietà | Lo colse nel gesto | |
Coprendo e nascondendo. | Di alzare una rosso drappo | |
E cercare di volare. | ||
Tutto troppo lontano | ||
Tutto in un altro tempo | ||
Tutto dimenticato | ||
Ma non da quella mano | ||
Che aprendo un varco | ||
Nell’incuria e nel tempo | ||
Lasciò un fiore rosso | ||
Sul sangue ancora fresco | ||
Sulla pietra senza volto | ||
Mentre un sorriso | ||
Usciva da lontano | ||
Per quel dono | ||
Per quel gesto ancora vivo. |