(28/10/1925 – 24/04/1945) anni 20 – 76ma Brigata S.A.P. (Squadre di Azione Patriottica)
Maria Montanari lavorava come inserviente presso l’Ospedale “L. Spallanzani” di Reggio Emilia.
Entrata in contatto con la Resistenza, svolse il ruolo di staffetta con il nome di battaglia “Mimma”, Inquadrata nei ranghi della 76a Brigata Garibaldi S.A.P. “Angelo Zanti”.
Il nosocomio era occupato dai tedeschi e, grazie al suo lavoro, era riuscita a raccogliere preziose informazioni e a sottrarre medicinali indispensabili per i partigiani.
Nel tardo pomeriggio del 24 Aprile 1945 “Mimma”, dalla soglia del civico 55 di Piazza Lepanto, controllava il flusso dell’esercito germanico in ritirata dall’Appennino verso il fiume Po.
Quando “Mimma” vide avanzare da est, dalla chiesa di San Pellegrino, i primi Partigiani protesi alla liberazione della città, stante il contemporaneo avvicinarsi al ponte di San Pellegrino di una colonna tedesca, uscì allo scoperto e corse in avanti, facendo ampi gesti con le braccia, per segnalare loro l’incombente pericolo.
Una raffica di mitraglia la investì in pieno recidendole la vena femorale.
“Mimma” morì in brevissimo tempo, in questa piccola piazzetta al cui centro sgorgava una fontanella, inutilmente soccorsa da una sua collega in abiti da infermiera.
“Mimma” era infermiera allo “Spallanzani” che vedi sull’altro lato della strada, trasformato da tubercolosario in Ospedale Militare delle truppe nazi – fasciste.
Il nucleo clandestino di Resistenti che operava al suo interno, di cui “Mimma” era parte, raccoglieva preziose informazioni e trafugava materiale sanitario, utilissimi alla lotta partigiana.
Video racconto in merito alla partigiana “Mimma”
Scheda Anpi della partigiana “Mimma”.
Scheda Bibliografica Anpi della partigiana “Mimma”. Viene citato il marito Masoni Alberto, anche lui partigiano.
Il marito Masoni Aberto
Targa commemorativa in Piazza Lepanto, nel luogo della caduta di “Mimma”.
Una storia biografica scritta da Arturo Bertoldi, estratta dal libro ““Perché i vivi non ricordano gli occhi di” edito da Istoreco .
Io facevo l’infermiere. Ma non solo. Ero gentile con tutti. Anche con i tedeschi ricoverati. E tra un sorriso e l’altro recuperavo notizie. Le notizie le passavo ai partigiani, come le medicine. Sapevo di rischiare la vita, ma non me ne curavo.
Forse non ci pensavo nemmeno, ma quando guardavo la collina dalla finestra sapevo che era l’unica cosa da fare.
E quando ho capito che erano là, anche se non li potevo vedere, sono scesa in strada.
Volevo andargli incontro.
C’ho messo un attimo dalla finestra dell’ultimo piano sino alla fontana, sulla strada, vicino al ponte. Li avevo aspettati e i partigiani erano arrivati.
Ve lo giuro: non me ne sono accorta. Stavo ridendo, felice come non mai. Avevo le lacrime agli occhi e poi il buio.
Un cecchino mi ha centrato. Sparava da una finestra. Da un posto in alto da dove, però non guardava il futuro.
Sono morta così.
Ma ve lo voglio dire: sono vissuta prigioniera, MA SONO MORTA LIBERA, in un giorno che stava diventando di festa.
Sono Maria Montanari, mi chiamavano “Mimma”
“Mimma” in veste da infermiera insieme a delle colleghe, seconda da sinistra.
Memorial Plaque of Partisan “Mimma”
Maria Montanari – 21 years old – 76th Brigade S.A.P. (Squadre di Azione Patriottica )
“Mimma” was a nurse at the “Spallanzani” hospital, visible on the other side of the road, formerly a sanatorium converted into a Military Hospital for Nazi-fascist troops.
She was part of the clandestine unit of members of the Resistance operating inside the hospital. The unit collected precious information and purloined medical supplies, both essential for the Partisan struggle.
On 24 April 1945, late in the afternoon, while standing in the doorway of house number 55 in Piazza Lepanto, “Mimma” was monitoring the flow of the retreating German army descending from the Apennines in direction of the Po river.
When she saw the first Partisans, determined to free the town, advancing from East, from the Church of San Pellegrino, while at the same time a German column was approaching the San Pellegrino bridge, she ran out in the open tossing her arms out and around in the air to signal and warn them of the impending danger.
A burst of machine gun fire hit her body resecting her femoral vein.
“Mimma” quickly died in this little square lodging a tiny fountain in the middle. She was assisted in vain by a colleague, a nurse.